Il GAP a Novara
Se Novara fosse una persona, sarebbe quella zia elegante che ti offre la paniscia (il risotto tipico che abbiamo mangiato) con un sorriso, ma poi ti sorprende raccontandoti che la sera prima è stata in discoteca. Sottovalutata da chi pensa che il Piemonte sia solo Torino, Novara è la città che ti accoglie con una cupola che non credevi così alta e ti saluta con un bicchiere di gorgonzola liquido (non si beve, ma ci capiamo, vero?).
Eravamo in 35 sul bus pilotato con bravura da Eros a varcare il confine verso la meta autunnale del GAP: la città piemontese di Novara. Qui ci riceve Patrizia, la nostra guida, che per oltre due ore ci ha guidati attraverso le strade e le piazze per farci conoscere la storia e i monumenti principali. Grazie alla sua bravura e chiarezza, veniamo così a sapere che Novara ha origini antiche, fondata dai Liguri e poi abitata dai Celti prima di diventare municipium romano nel 49 a.C. Nel Medioevo fu sede vescovile e si sviluppò come comune, partecipando alla Lega Lombarda contro Federico Barbarossa. Passò poi sotto il dominio dei Visconti, degli Sforza e infine degli Asburgo, fino a entrare nei territori dei Savoia nel XIX secolo. La celebre Battaglia di Novara del 1849 segnò la fine della prima guerra d’indipendenza italiana.
Passeggiando per il centro, ti accorgi che Novara ha un talento speciale: riesce a sembrare una cittadina tranquilla e riservata, ma sotto sotto vuole mostrare tutta la sua bellezza come una diva. La Basilica di San Gaudenzio, con la sua cupola che svetta come un cappello da cerimonia troppo alto, è il modo in cui la città ti dice: “Sì, sono piccola, ma guarda fin dove arrivo.”. Poi c’è il maestoso Duomo, un elegante capolavoro neoclassico progettato da Alessandro Antonelli, lo stesso della mole di Torino. Sorge sulle fondamenta di antiche basiliche paleocristiane e romaniche, inglobando secoli di storia e arte, tra cui affreschi, mosaici e colonne corinzie che raccontano lo sviluppo della città.
Il tempo corre velocemente ed è ormai l’ora di pranzo. Dopo attenta valutazione la scelta era caduta sull’Osteria dal Nano, appena fuori dal centro città. Locale simpatico e allegro con numerosi quadri naif, a conduzione familiare: papà Raniero con i figli Andrea e Nives, tutti molto simpatici e cordiali. Il classico menu piemontese con antipasti vari, la tipica paniscia e poi un mix di carni per chiudere in bellezza con una scelta di dolci. Il tutto annaffiato con ottimi vini piemontesi. Unico neo, se di neo si può parlare: troppa roba! Infatti, terminato il pranzo luculliano abbiamo preferito rientrare subito, però nel frattempo si erano già fatte le 16.30.
E così, tra una passeggiata sotto la cupola di Antonelli, un tuffo nella storia e un pranzo da manuale con la novità del risotto paniscia da standing ovation, Novara si è rivelata una piccola grande scoperta. Non serve andare lontano per vivere qualcosa di speciale: basta lasciarsi sorprendere da una città che sa essere discreta, ma mai banale. Rientrando a casa, resta la sensazione di aver vissuto una giornata piena, interessante, istruttiva, gustosa e – perché no – da ripetere presto in altra destinazione.
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PS: Prossimo appuntamento GAP à la castagnata sociale del 04.11.2025 (attenzione nuova data!). La locandina informativa seguirà fra pochi giorni.