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Ernst Ludwig Kirchner e gli artisti del gruppo Rot-Blau

“Se la mia vita voglio salvare a Davos io devo andare”: di certo Kirchner non l’avrà pensata esattamente così in rima, fatto sta però che in un momento molto delicato della sua esistenza, segnatamente nel 1915, fu colpito da un fortissimo esaurimento nervoso che influenzò il suo stile e i cui postumi lo avrebbero perseguitato per il resto della vita. Al termine della guerra, proprio per cercare di superare questa forte crisi si trasferì appunto a Davos dove, pur migliorando, continuò a soffrire di depressione malgrado il crescente successo delle sue esposizioni personali. Qui trovò anche ispirazione nelle maestose montagne e nella natura circostante, che ha immortalato in alcuni suoi dipinti. Questo il forte legame che lo lega al nostro Paese.

Ernst Ludwig Kirchner è stato uno dei più importanti esponenti dell’Espressionismo tedesco. Nato nel 1880 ad Aschaffenburg, in Baviera, Kirchner è noto per essere uno dei fondatori del gruppo Die Brücke, che ha avuto un ruolo cruciale nello sviluppo dell’Espressionismo nel XX secolo. Tra il 1923 e il 1927, Kirchner formò un sodalizio con i giovani pittori di Basilea Hermann Scherer, Albert Müller e Paul Camenisch, dando vita al Gruppo Rot-Blau. Questo gruppo, il cui nome deriva dai colori della bandiera del Canton Ticino, si caratterizzava per la rappresentazione di paesaggi e ritratti carichi di emozioni intense e una sensibilità estrema. L’isolamento nei piccoli borghi alpini favorì la nascita di legami stretti tra i componenti del gruppo, che si influenzarono reciprocamente e svilupparono uno stile unico e distintivo.

Dopo la presa del potere dei nazisti in Germania, decine di sue opere furono sequestrate e rimosse dai musei; molte di queste furono dapprima mostrate nella mostra Entartete Kunstarte degenerata – del 1937 e poi distrutte. Questi avvenimenti, a cui si aggiunse anche un forte aggravarsi delle condizioni fisiche, provocarono in lui un forte shock. Kirchner morì suicida il 15 giugno 1938, a Davos, dopo essersi sparato un colpo di pistola

La mostra che abbiamo potuto visitare al LAC di Lugano offre uno sguardo approfondito sull’opera di Kirchner e sull’influenza che ha avuto sui giovani artisti svizzeri. Attraverso una selezione di dipinti provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, la mostra mette in evidenza il linguaggio pittorico e scultoreo sviluppato dal gruppo Rot-Blau. Le opere esposte riflettono il passaggio di Kirchner dalle cupe scene della vita urbana berlinese a paesaggi alpestri radiosi e concilianti, abitati da contadini, animali e boschi di larici.

Per la trentina di gappini presenti a questa mostra è stata un’opportunità unica per esplorare l’evoluzione artistica di Kirchner e il suo impatto duraturo sull’Espressionismo svizzero. Una mostra godibilissima soprattutto grazie alle illuminanti spiegazioni della nostra superguida Davide Morandi che ci ha permesso di apprezzare ancora meglio questo periodo ancorché breve della storia dell’arte svizzera.

Interessante anche la parte riservata ad alcuni quadri della collezione permanente del MASI, intitolata Osservazione e sentimento che offre una visione di come l’arte in Ticino – a partire dalla fondazione dello Stato federale nel 1848 fino alla fine della seconda guerra mondiale – si sia evoluta nel suo contesto culturale attingendo sia dal bacino italiano sia dalle moderne tendenze provenienti dal nord.

Il pomeriggio si è concluso con la tradizionale bicchierata in allegra compagnia che ci ha fatto dimenticare la giornata uggiosa che ci attendeva all’esterno.